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mercoledì 15 febbraio 2012

Non sono stato io!


"Nessuna responsabilità". Che belle parole, adorabili, vorrei leggere su ogni muro, su ogni foglio di carta, vorrei che la mia intera vita fosse votata a questo aureo ideale, questa condizione perfetta, questa panacea. Si lo so, sono immaturo, dovrei crescere, diventare adulto e prendermi le mie responsabilità. Forse è per questo che nessuna donna è mai stata tanto stupida da investire più tempo del necessario sul sottoscritto, sarà per questo che, sempre il sottoscritto, se l'è data a gambe ogni qualvolta una donna ha avuto una mezza idea di farlo, sarà per questo che il mio datore di lavoro "vorrebbe che io fossi il suo braccio destro ma non può fidarsi di me", sarà per questo che guadagno ancora 1000 euro al mese dopo 7 anni. Si, mi sa che è proprio per questo, e me lo merito, Dio solo sa quanto me lo merito. Lo merito perchè in questi anni ho sempre allontanato da me ogni impegno che non fosse il godereccio piacere di ritagliari ogni possibile minuto per me stesso e spenderlo in un assoluto spreco di tempo fine a se stesso, lo so, non è retorica, non è sarcasmo, è la pura verità: non ho fatto progressi perchè non me ne è fottuto un cazzo di fare progressi. E diciamolo cazzo!
Ora però, consapevole di questo, io mi domando (ancora): perchè il popolo greco è senza responsabilità per le difficili condizioni in cui grava? Cosa stava facendo nel frattempo? Perchè il popolo italiano non ha responsabilità? Perchè i lavoratori massacrati dai padroni capitalisti non hanno responsabilità? Cosa stavano facendo nel frattempo? Eravamo troppo impegnati, siamo troppo impegnati in cosa? Perchè adesso si parla di bruciare, spaccare, insorgere contro il sistema e lo stato? Ma lo stato, in una repubblica democratica, non siamo noi? Dove eravamo noi? Cosa stavamo facendo mentre tutto questo accadeva? Non sono 2 anni che le cose vanno in caduta libera, sono 60 anni, nessuno ha fatto nulla perchè?
Mio padre mi ha sempre ripetuto una cosa, fin da piccolo, indicando Bertinotti: "Non ti fidare di quella gente li, è stata 50anni all'opposizione senza dire una parola e va a fare il comunista in jaguar. Non ti fidare, anche loro mangiano una fetta della torta." Essantoddio se aveva ragione! Ma non parlava di Bersani e della P2, quelli allora non c'erano. Possibile che mio padre fosse all'epoca un genio della politica? O è più probabile che siamo dei coglioni patentati, fatti e finiti? Possibile che si penda sempre dalle labbra di qualcuno? Possibile che nessuno noti le similitudini tra la CEI e qualunque Comitato Centrale Comunista apparso in una qualsiasi repubblica popolare di sacazzocosa? Possibile che pochissimi si siano domandati cosa stavamo facendo e dove stavamo andando? Possibile che sia colpa solo e soltanto dei politici, dei mafiosi o di entrambi? Possibile che la stragrande maggioranza di noi abbia guardato al proprio Stato come ad una figura esterna ed astratta e, consapevole dello sfacelo, abbia semplicemente incrociato le dita come davanti ad un film horror? Perchè nonostante la scolarizzazione obbligatoria siamo ancora ignoranti come capre? Perchè nessuno ha imparato quelle due o tre lezioni importanti che la storia ci ha lasciato? Perchè nessuno nota che ogni rivoluzione violenta o plateale non cambia mai nulla? Perchè nessuno nota che i cambiamenti epocali sono avvenuti, appunto, in llassi di tempo epocali? Possibile che non vi sia nessuna correlazione tra le nostre difficoltà e l'iPod? Possibile che gli anarchici che hanno la presunzione di definirsi tali alla fine si siano rivelati peggio dei fascisti? Possibile che i difensori della dignità della vita siano disposti ad uccidere gli assassini che difendono i valori dell'occidente? Possibile che per difendere le proprie idee si sia sempre disposti a schiacciare e scacciare chi la pensa diversamente? Possibile che per difendere le proprie idee ci sia tanta gente disposta ad uccidere ma nessuno disposto a morire? Possibile che i coglionazzi appartenenti alle forze dell'ordine non capiscano chi gli da da mangiare (cioè NON I GOVERNANTI)? Possibile che ci sia ancora tanta gente che urla "ACAB!" a sproposito con la convinzione di avere anche ragione? Cos'ha ottenuto Che Guevara a parte diventare un'icona pop fonte di ispirazione per i rasta dei licei paritari? Possibile a nessuno è venuto in mente di non muoversi per non fare il gioco di chi lo sta inculando?

mercoledì 25 gennaio 2012

La valle dei ciechi



Non mi sono mai considerato un animale da piazza, uno di quelli che trovano slogan, li scrivono su striscioni raffazzonati e li urlano ai 4 venti, semplicemente non è il mio modo. Anche alle superiori, non ho mai partecipato a manifestazioni studentesche, mai una, lo giuro. Anzi, una volta ho scritto una lettera alla questura e al ministero perché mi fu impedito da professori e bidelli di scrivere il mio nome sul registro dei presenti in aula il giorno in cui tutta la scuola andò a cazzeggiare in piazza (all’epoca ero maggiorenne, quindi era mio pieno diritto, diritto che mi è stato tolto da quelli “per la libertà”). Lo so, sono un tipo strano, mi davano del fascista e me ne sono sempre fregato, i fascisti mi davano del comunista e idem con patate, ritenendo la mia persona troppo intelligente per appartenere alla categoria NO-GLOBAL schiavi ideologici e troppo illuminato per appartenere alla categoria delle teste di cazzo. Non è arroganza, è così e basta. L’arroganza e l’ignoranza è quella dei professori che in classe dicono agli studenti chi essere e cosa pensare, che fanno politica anche di sinistra, che perpetuano i propri stereotipi. Si, il succo del discorso è che non ho mai creduto che queste proteste avessero un che di spontaneo, gratuito o civile. Ma si sa, questa nazione è così, “italiani grande cuore” certo, ma solo quando il nemico entra nel nostro ridottissimo raggio visivo, quando la merda è alla gola e ci toccano i nostri interessi privati, schiavi di una cecità intellettuale imbarazzante. Non siamo una nazione, questo è un termine improprio per noi, prima di avere il desiderio di “costruire una nazione” dovremmo guadagnarci il diritto di chiamarci uomini, e non ce l’abbiamo. Noi italiani non siamo uomini, siamo meno che uomini, perché non è da uomini tacere quando le categorie meno forti protestano per i loro diritti e poi bloccare attività commerciali, ospedali e vie di comunicazione facendo pagare al proprio vicino la protesta nata soltato quando, alla fine, sono venuti anche da te a reclamare ciò che ti sei sudato. Non è da uomini, è da cretini, cosi come fu da cretini barbari e animali Piazzale Loreto, quando il duce parlava c'erano migliaia di persone in piazza ad acclamare e non mi prendete per il culo signori, non avevano tutti un fucile puntato alla schiena, anche se nel luglio del '43 improvvisamente erano tutti partigiani, ed è ora di cominciare a dirle queste cose e non fare dei nostri difetti un tabù. E' ora di guardarci in faccia ed ammettere che l'ossatura previdenziale italiana è stata messa in piedi in quei vent'anni, che si sono fatte grandi e utili opere pubbliche, che è stato probabilmente l'ultimo governo italiano ad investire sui giovani, se pur in modo discutibile. Non è apologia di fascismo la mia, è una critica feroce all'Italia di oggi che dopo la seconda guerra mondiale non è stata capace, non siamo stati capaci, di applicare una che fosse una politica di sviluppo decente. Perchè se da un lato è vero ed inaccettabile la privazione delle basilari libertà, dall'altro è indubbiamente vero che il fascismo si è instaurato con il tacito consenso non solo del Re, ma soprattutto del popolo, il popolo italiano bello contento del ritrovato spirito cameratistico e del pane che arrivava attraverso la spesa pubblica per le opere di stato, questo popolo che non vede l'ora d'essere alleggerito della responsabilità che la libertà impone. Si, lo abbiamo fatto, abbiamo barattato la nostra libertà per la sicurezza, e lo hanno fatto i nostri nonni, le nostre nonne e forse per quelli più vecchi di voi i vostri genitori. E queste persone non se ne sono mai prese la responsabilità salvo in pochi casi, ma questi pochi casi erano antifascisti anche quando le cose sembravano andare meglio, non dopo, non quando la frittata era fatta e solo per proprio tornaconto e solo perchè lo faceva la piazza in un moto violento e l'occupazione nazista era sotto casa. E' ora di sviluppare la consapevolezza che i problemi di una nazione non nascono dal suo complesso, ma da dentro ogni singolo cittadino, che non si può cambiare il mondo se le persone che lo abitano fanno sempre li stessi errori e cadono sempre vittima delle stesse debolezze. Quello che stiamo vivendo non è colpa dei vari Monti, dei vari Berlusconi, o Andreotti, o Craxi o chi cazzo vi pare a voi, ma è colpa nostra e nostra soltato. Perchè sappiamo fare solo quello che abbiamo fatto ormai 70anni fa, prima tacere e poi indignarci comportandoci peggio dei nostri stessi aguzzini, dimostrando di non essere in nulla migliori di loro, dimostrando di non aver sviluppato alcuna sensibilità nei confronti dei nostri vicni di di casa, dei nostri concittadini e dei nostri connazionali. E' ora di capire che non è con il crocefisso o la falce e il martello che si cambia il mondo, nemmeno facendo una scelta alimentare che riteniamo eticamente irrinunciabile, ma è con una personale presa di coscienza di cosa sia un contratto sociale e del perchè, come diceva il buon Gesù Cristo (perdonate l'apparente contraddizione), è essenziale imparare ad amare e rispettare il nostro nemico e del perchè questo concetto non è oppio per i popoli ma frutto del mostruoso coraggio del più grande rivoluzionario della razza umana e questo senza nemmeno scomodare la teologia o la sua presunta natura divina.
Altrimenti saremo sempre ciechi, e nella terra dei ciechi basta un uomo con un occhio solo per fotterci tutti.

lunedì 23 gennaio 2012

Niente mette di cattivo umore come intraprendere azioni volte a migliorare la qualità della vita.

Se il tuo corpo non è pulito allora nemmeno la tua mente lo è, mente sana in corpo sano.
Niente droghe, niente alcool, quindi basta con il mio litro di birra quotidiano, invidiabile media mantenuta nonostante defezioni e gastriti. Si mangia ad orari regolari, più frutta, più verdura, basta grassi gratuiti e monofagocitazioni a base di maiale. D'ora in poi gli unici metazoi che dovranno temere per la loro vita saranno i volatili d'allevamento, mentre continuerò a compiere ecatombi di lieviti e fermenti.
Cristo stanto, mi basta rileggere queste tre righe perchè la voglia di vivere fugga dalla mia mente come Brad Davis da una prigione turca. Sarà un disturbo schizoide. O sarà che tutta questa mania vegana comincia a contagiarmi. No su quest'ultima scherzavo.
Insomma, senza tornare su vecchi discorsi, quanto la natura dell'universo sia perversa e seghe varie, devo dire che, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, l'intelligenza del vegano medio non è superiore a quella di un sacrosanto onnivoro, un po' come il livello medio di chi odia berlusconi e di chi lo vota (non me la sento di usare il passato), sostanzialmente non c'è differenza, è solo un caso. Quindi possiamo già trarre una conclusione: un'alimentazione sana non migliora il funzionamento del cervello, è escluso, cosi come non votare Berlusconi non vi ha reso esseri umani necessariamente degni di nota o migliori di altri.
Tempo fa ho letto di una riecerca di sedicenti sociologi di vattelapescadove, bene, pare che, secondo questa, chi mangia carne sia portato all'insensibilizzazione verso gli altri esseri umani e a compiere atrocità verso le persone. In poche parole sosteneva che i gerarchi nazzisti erano (o erano figli) di imprenditori della carne e in questo trovava una correlazione. Insomma, un po' come dire che le scarpe mi impediscono di essere ricco, e tralascerò per pietà il fatto che Hitler fosse vegano e tutti i ridicoli tentativi di dismostrare il contrario con un revisionismo storico tipico dei veganfascionazisti, esistono documenti, ordinazioni, telegrammi, missive, telefonate che lo dimostrano, e basta.
Volendo comunque dare per scontata una certa ipersensibilità da parte di questi spassionati difensori della vita e delle anime dei viventi ho successivamente parlato con qualche vegano che pregava perchè morte e sofferenza giungessero sulla razza umana, qualcuno ha addirittura proposto di selezionare la razza per "elimare tutte le bestie bipedi che infestano il pianeta". Perchè ce l'avesse tanto con gli struzzi non me l'ha detto. La mia preferita, comunque, è e rimane "se fossimo come gli animali si vivrebbe meglio", ovviamente questa persona non deve aver mai vissuto come femmina in una comunità di bonobo.

giovedì 24 novembre 2011

Un valido motivo per una dieta più sana e una vita più regolare.

Questa mattina, nonostante un sincero augurio di Buon Risveglio, ho ripreso conoscenza con questo pensiero in testa.


E' il buio la condizione naturale dell'universo, almeno per quanto può concernere un essere umano. La luce è una condizione accessoria, l'effetto collaterale della nostra posizione nello spazio e della rotazione terrestre, ma tutto tende all'oblio e all'entropia. La vita di per se, nella sua accezione più ampia, è una battaglia persa, una lotta vana, che culmina inevitabilmente con il non essere. La natura perversa del mondo si rivela proprio qui: tutto è un vuoto a perdere, le nostre azioni, il nostro tempo, tutto ciò che l'umanità è o sarà o è stata, tutto è destinato a sparire, ingoiato e digerito dal tempo e dal pianeta, prima o poi non rimarrà nessuno per ricordare, i nostri errori non insegneranno più nulla. Se vogliamo tutta la nostra civiltà è aria fritta. A cosa serve lottare, arricchirsi, amare e soffrire se poi si muore? Cosa è rimasto delle imprese titaniche dei nostri deboli antenati, del loro sudore e del loro sangue se non la mera curiosità accademica e qualche mucchio di sassi che prima o poi sarà roso dal tempo e che nessuna valenza ha nell'universo se non testimoniare, per un periodo di tempo limitato, la nostra impermanenza e i nostri deliri?
Siamo schiavi di questo più grande processo che è la natura e, appunto, della vita nella sua accezione più ampia, il libero arbitrio serve giusto per prenderne coscienza, niente di più. Il perchè la vita c'è e quale funzione abbia questo non lo so, il suo significato mi sfugge e la trovo abbastanza sgradevole, comunque sia, se ha una funzione, se abbiamo una funzione in quanto sue espressioni, questa deve essere ben diversa da ciò che pensiamo. Avremmo dovuto leggere meglio le norme del contratto prima di farci sbattere qui. Nel complesso penso sia stata una bella fregatura.

Niente arriva mai ad un compimento, prendiamo ad esempio quello che probabilmente è il segreto della felicità: morire giovani, facendo ciò che si ama e senza aver realizzato nemmeno un sogno. Beato sia colui che non ha provato la pena di vedere le proprie aspettative realizzate. Raggiungere un obbiettivo è una sventura indicibile. Non siamo fatti per essere soddisfatti e non lo saremo mai: realizzare un sogno è la morte del sogno stesso immolato alla violenza cupa della realtà, soddisfare un qualunque tipo di bisogno è creare uno nuovo bisogno, sempre, comunque, ad aeternam. La felicità è un riflesso condizionato, niente più che lo sballo di una droga interiore, dopo tutto.

E poi, perchè esiste, per talune creature, l'angoscia? Che significato ha? Non mi venite a dire che è una questione di coscienza, perchè ci sono ansie innate che sono destinate solo a peggiorare: a chi di voi piace ammalarsi? A chi piace pensare al proprio corpo che istante dopo istante si avvia verso il suo disfacimento? A chi l'idea di morire dopo i proprio propri cari?  Cosa farne di ogni colpo subito, da cui certo ci siamo rialzati, ma che lascia sempre un segno, botta su botta, in accumulo, sempre, di continuo? Si certo, ciò che non ci uccide ci rende più forti, i più forti del cimitero.


Bene, adesso si che ho voglia di affrontare attivamente la giornata e ringraziare per l'infinita profondità di ogni istante. Grazie cervello, grazie.

lunedì 24 ottobre 2011

Ecco, non scrivo più, che mona.


Ma mano che l'effetto del *** cresce e la mia coscienza decresce. Non cercate le fonti di ste boiate che scrivo,in un certo senso me le sto inventando di sana pianta, ma in fin dei conti è solo un altro modo di esprimere quello che penso.
Capita, spesso, che nei periodi difficili ci si metta a pensare a cosa c'è e a cosa manca. Si fa un punto su quanto si è ottenuto e su cosa vogliamo ottenere. E' un processo del tutto normale, alla base della struttura stessa della natura. I guai, di solito, cominciano con una contorta riflessione, in caso questi facciano la loro comparsa, sulla natura un po' perversa del creato, sulla sfiga, la fortuna (solitamente intesa come merito) e quant'altro Nostro Signore abbia deciso di condire l'esistenza. Solitamente il passo falso consiste nel non trovare un'adeguata risposta ai nostri bisogni, cosa che comporta un necessario approfondimento riguardo la natura dei propri desideri. Siano essi di natura materiale o spirituale, l'approfondimento porta sempre con se una crisi. Crisi deriva dal greco e non sta ad indicare un momento difficile in se e per se, quanto più una accresciuta consapevolezza, la presa di coscienza che si fa carnefice e salvatore. Così come la morte del leone “Io voglio” è necessaria (Nietzsche), cosi la crisi è la morte redentrice da cui si creano nuovi valori, in un processo continuo di condanna, trasformazione e reazione. Di fatto, l'imprevedibilità dello svolgersi degli eventi rende la ricerca di un concetto di verità assolutamente aleatoria, cosi anche il concetto di verità decade, rendendo vano, di conseguenza, ogni criterio di assolutezza. E' la sintesi del relativismo:

“Ti scoperesti mai Moira Orfei?”
“Dipende....”

La risposta ad una domanda sulla morale provoca sempre a più persone un certo imbarazzo. Con la superstizione cattolica che finalmente va a farsi fottere, un po' per volta ma ci sta andando, anche il concetto di bene e di male comincia a decadere nella sua struttura e nella sua forma. Non avendo più un concetto chiaro di giusto o sbagliato tutto si trova come sospeso in attesa di giudizio, una stella inchiodata sulla sconfinata volta celeste delle perplessità. Non potendo restare uguali a se stessi ed immutabili in eterno (capito Chiesa Cattolica Apostolica Romana?) anche gli oggetti di questi dubbi necessitano di una collocazione. Così, qualcuno, prima o poi, dovrà prendere una decisione, dovrà, non solo a parole, mettersi al posto di Dio e giudicare. Poi un altro. Un altro ancora. Cosi si viene a formare un fottuto Pantheon, dove tante teste d'uovo hanno da spacciare un concetto di verità a loro caro e apparentemente appropriato alla loro fetta di universo. Cronaca recente è la smisurata crescita delle più variopinte (lode a Xenu!) e roccambolesche forme di masturbazione karmica mai concepite dall'umanità dai tempi della medicina umorale ad oggi. Cristo santo, anche il Nazismo aveva più senso!
Tutto questo avviene, ovviamente, quando la mancata e ripetuta assenza di risposte ad un bisogno con conseguente crisi porta alla più temibili condizioni dell'essere umano: il bisogno ideologico. Questo bisogno subdolo non è diverso dallo stimolo impellente, che in alcuni è innato, di trovare le risposte a quelle benedette domande fondamentali della vita, l'universo e tutto quanto. “Perchè siamo qui?” “Cosa facciamo?” (fa su!) “Cosa c'è dopo la morte?” ma soprattutto come sostiene il filosofo metafisico statunitense A. J. Simpson “AH! LA MORTE!”. In nome dell'ansia della morte si fanno più cazzate che sotto l'effetto degli ormoni adolescenziali.

Se ci avete capito qualcosa beati voi.

sabato 21 maggio 2011

Vanggiamenti estemporanei 11/09

Un sabato sera riposante, niente soldi, niente voglie. E cosi si guarda Ulisse, speciale World Trade Center /Bin Laden (strano). Guardando nei primi minuti di programma la ricostruzione fino all'impatto, piena della solita retorica che nei telegiornali dovrebbe essere punita con la pena capitale ma accettabile in un documentario, beh, mi sono sentito un mediorientale, un sudamericano, un africano, un indocinese molto soddisfatto. Guardavo i menager, gli imperialisti sfondati dei soldi sporchi del sangue di queste persone, li ho immaginati bruciare e non mi è dispiaciuto nemmeno un po'. Strano come le cose cambino in dieci anni. Si, vero, tanta altra gente è morta, gente più o meno incosapevole, americanimedi obesi, padri di famiglia, fattorini pakistani, non meno colpevoli di me e voi. Mi è tornata alla mente, quindi, un'altra brutta storia: ve la ricordate la scuola di Beslan? L'eccidio di bambini e le fiaccolate con le candele biance, e le candele bianche sulle finestre, si insomma, quella volta abbiamo fatto proprio la figura dei coglioni. Non abbiamo mai versato una lacrima per le donne cecene incinte sventrate dai soldati di Putin, ma siamo stati pronti a considerare ceceni mostri subito, all'istante. Beh, mi è tornata alla mente anche alla domanda che mi feci quel giorno: quale orrore può spingere un essere umano come me, uguale a me, in carne, ossa, ed emotività, e amore, e passioni, e speranze e sogni, quale orrore, quale incommesurabile dolore può spingerlo a tanto?
Io non sento molto spesso questa domanda. Io vedo solo me stesso e altri pronti a giudicare con il metro di chi ha garantiti tre pasti al giorno (anche se forse non ancora per molto).
E non faranno uno speciale sulla Cecenia. E non lo faranno uno speciale sul Darfur. Ma quella alla nostra arroganza, alla nostra piccolezza, alle nostra paura di perdere quello che in realtà non abbiamo, quella, quella è una ferita imperdonabile.

lunedì 16 maggio 2011

Sobbalzi intellettualoidi scadenti.

Odio queste fasi della vita. Non hai iniziato qualcosa da abbastanza poco da provarne ancora entusiasmo ma non l'hai iniziata abbastanza a lungo da aver accumulato materiale a sufficienza per un clipshow.
Dobbiamo ammettere che tutti abbiamo qualcosa di buono o poetico dentro, questo è certo, magari escludendo i sionisti, i teocrati, i terroristi, i rivoluzionari, i controrivoluzionari, i riformisti, i controriformisti, gli anarcoinsurrezionalisti, gli avvocati, i leghisti e Beppe Grillo, tutti gli altri hanno dentro un lato infantile e giocoso. Andiamo, come può essere tanto malvagia una persona che compra il cartellino di Robinho e Cassano? Va bene, discutiamo pure di come sta demolendo le nostre garanzie legali di cittadini - pare un eufemismo definirli diritti - ho comunque solo due parole per voi: "e andiamo... "(cit.)
Come potete sostenere sia una minaccia uno che passa le giornata da ottuagenario a chiavare diciottenni (potete ridere)? Anzi, voglio dire, avercene anche noi alla sua età! Dico sul serio, fanculo i bacchettoni, ogni uomo che vuole definirsi tale in cuor suo l'ha invidiato.
Sono poi tutte cazzate in fin dei conti, c'è di peggio, non dovremmo lamentarci tanto su facebook, pensate se domani ci svegliassimo con un colpo di stato e il caos per le strade... un colpo di stato di stampo mafioso appoggiato dai servizi segreti Libici infiltrati da tempo con i clandestini. In ogni città un commando di meridionali e nordafricani prende possesso delle caserme dei carabinieri e delle questure, mentre altri aizzano ragazzotti cinofiliabbestia al vandalismo e al caos rivoluzionario. Stop al traffico sulle strade, saccheggi e violenze, l'esercito ha le mani legate, il potere economico ha cambiato il suo baricentro improvvisamente da Milano a Napoli, decine di migliaia di ostaggi, abitazioni passate a tappeto, liste di dissidenti già stilate in precedenza attraverso il controllo capillare di internet, un'operazione degna della STASI.  Pensate un po'. Pensate a quanto cibo avete in dispensa in questo momento. Pensate a quanto potreste sopravvivere chiusi in casa senza acqua corrente, luce e gas. Avete fatto scorta di generi di prima necessita? No? E perchè? Perchè non c'è n'è bisogno Cristo d'un Dio, non c'è n'è bisogno no, ecco perchè! Grazie al cielo è una possibilità che normalmente non sfiora nemmeno le polverose anticamere del nostro cervello. E allora vedete che non va poi male? Cosa volete che sia qualche scandalo e qualche bassezza, cosa c'è da avere paura? Meglio concentrarci su cose più concrete, come la felicità, il calcolo infinitesimale, il ragionamento per assurdo, il volo pindarico...