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sabato 21 maggio 2011

Vanggiamenti estemporanei 11/09

Un sabato sera riposante, niente soldi, niente voglie. E cosi si guarda Ulisse, speciale World Trade Center /Bin Laden (strano). Guardando nei primi minuti di programma la ricostruzione fino all'impatto, piena della solita retorica che nei telegiornali dovrebbe essere punita con la pena capitale ma accettabile in un documentario, beh, mi sono sentito un mediorientale, un sudamericano, un africano, un indocinese molto soddisfatto. Guardavo i menager, gli imperialisti sfondati dei soldi sporchi del sangue di queste persone, li ho immaginati bruciare e non mi è dispiaciuto nemmeno un po'. Strano come le cose cambino in dieci anni. Si, vero, tanta altra gente è morta, gente più o meno incosapevole, americanimedi obesi, padri di famiglia, fattorini pakistani, non meno colpevoli di me e voi. Mi è tornata alla mente, quindi, un'altra brutta storia: ve la ricordate la scuola di Beslan? L'eccidio di bambini e le fiaccolate con le candele biance, e le candele bianche sulle finestre, si insomma, quella volta abbiamo fatto proprio la figura dei coglioni. Non abbiamo mai versato una lacrima per le donne cecene incinte sventrate dai soldati di Putin, ma siamo stati pronti a considerare ceceni mostri subito, all'istante. Beh, mi è tornata alla mente anche alla domanda che mi feci quel giorno: quale orrore può spingere un essere umano come me, uguale a me, in carne, ossa, ed emotività, e amore, e passioni, e speranze e sogni, quale orrore, quale incommesurabile dolore può spingerlo a tanto?
Io non sento molto spesso questa domanda. Io vedo solo me stesso e altri pronti a giudicare con il metro di chi ha garantiti tre pasti al giorno (anche se forse non ancora per molto).
E non faranno uno speciale sulla Cecenia. E non lo faranno uno speciale sul Darfur. Ma quella alla nostra arroganza, alla nostra piccolezza, alle nostra paura di perdere quello che in realtà non abbiamo, quella, quella è una ferita imperdonabile.

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